Manufatti come strumenti di sviluppo locale, grazie alla condivisione di esperienze, competenze e storie. Mustras è un collettivo che ha realizzato nel corso di un anno una quarantina di pezzi: tappeti, arazzi, cesti, madie e ceramiche, grazie all'incontro con il saper fare tradizionale di un gruppo di architetti e designer.
di Clara Carreras
September 27, 2021
Spopolamento e antichi mestieri a rischio estinzione, divario tra contemporaneo e memoria storica, affievolirsi di saperi tradizionali e identità dei luoghi. È inizio 2019 quando gli architetti Fabrizio Felici e Alberto Olmo iniziano a riflettere su queste tematiche e insieme all’artista e scenografa Chiara Secchi maturano il desiderio di dare concretezza a chiacchierate, sogni e riflessioni condivise negli anni. «Mustras nasce come manifesto teorico generazionale perché l’architettura possa reinstaurare un dialogo con la storia, partendo dal regionalismo», spiegano. Il nome è un richiamo all’artigianato locale: sa mustra è una sorta di dima fulcro delle procedure di intaglio ligneo e un motivo decorativo che si ripete nei tappeti.
La versione integrale di questo articolo è disponibile nella versione cartacea di Lollove N2
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