10-27
Mangiabarche, il museo a cielo aperto vicino alla scogliera
di Andrea Tramonte
Manifesto del paesaggio
Trigu, architettura e design in uno spazio di coworking a Castello
di Carlotta Comparetti, foto di Valeria Malavasi
La sfida di Marco Verde per il futuro dell’architettura
di Andrea Tramonte, foto di Valentino Congia
Campidarte, design, arte e pulcini. La creatività in mezzo alla natura
di Andrea Tramonte, foto di Eva Ligas
28-53
Graphic designer per Lollove
Artwork di: Casavisual, Carol Rollo, Eriberto Caria, Gian Mario Atzeni, Gianluca Serra, Luca Licciardi, Luca Scarlatta, Federico Orrù, Riccardo De Angelis, Roberto Ortu, Simone Deiana, Enrico Ciccu, Daniela Meloni
Casavisual, la boutique cagliaritana di grafica e comunicazione
di Giuseppe Novella
Benjamin Pancakes, concept designer
di Andrea Tramonte
54-65
Sardinian postcards di Alessandro Toscano
Free portraits di Gianluca Vassallo
A cura di Marco Peri
South, il laboratorio di fotografia nel cuore di Villanova
di Enrico Lixia
66-97
Fulvio Pinna, la Sardegna sul muro di Berlino
di Carlotta Comparetti
Crisa, l’arte che capto con le antenne del cuore
di Enrico Lixia, foto di Fabrizio Dessì
Ericailcane, mondi acquatici e pesci antropomorfi
di Roberto Cappai, foto di Eva Ligas
Tutto il nero di Daniele Serra
di Andrea Tramonte
Il fumetto e l’arte di creare mondi
di Sara Dal Cortivo
Perropanda presenta: Osvaldo di Neeva
98-111
I paesaggi interiori di Claudio Prc
di Andrea Tramonte, foto di Valentino Congia
Acirne, l’ordine inverso dell’elettronica al femminile
di Carlotta Comparetti, foto di Valentino Congia
Diverting Duo, il ricordo è analogico
di Andrea Tramonte
Trees of Mint e un sound ricoperto di licheni
di Andrea Tramonte
112-119
Libri digitali vs Edizioni di Karta
di Cristiano Pintus
Quel filo che lega design, tradizione e moda
di Federica Vacca
Celestino Tabasso firma l’anti-guida di Cagliari
Cagliari Unofficial, un nuovo sguardo sulla città
120-129
Agricoltura 2.0
di Simona Durzu
Sa Spinarba, la tradizione agricola tra enogastronomia e convivialità
di Carlotta Comparetti
Chocogioia, imprenditoria e creatività al gusto di cioccolato
di Simona Durzu, foto di Francesca Corriga
130-145
Portraits di Stefania Paparelli
CQ, un laboratorio tessile tra design, artigianato e contemporaneità
di Simona Durzu, foto di Francesca Corriga
Soha, il racconto della tradizione
di Federica Vacca
Impàri + Lollove Mag
di Andrea Tramonte e Carlotta Comparetti
Questo numero di Lollove Magazine è uscito nel dicembre del 2013. Usciva in formato digitale e ben due copie cartacee: servivano per mostrare il magazine che, credevamo, sarebbe arrivato su carta di lì a poco. Quelle copie invece sono rimaste “due” a lungo, e le originali le conserviamo ancora. Sono passate per molte mani, sfogliate dai collaboratori, dai lettori e da tanti amici intervenuti durante le iniziative di presentazione del progetto. Quelle pagine ci hanno seguito dappertutto, le abbiamo letteralmente consumate e ancora oggi, che sono gelosamente custodite, di tanto in tanto è sempre bello sfogliarle. Ne eravamo orgogliosissimi e non vedeva- mo l’ora di stampare una tiratura adeguata e consentire alla piccola comunità di Lollove Mag di avere una copia anche per sé. Nella speranza che i nostri lettori una copia la volessero, naturalmente.
Questo numero rappresentava un momento decisivo: segnava il passaggio dalla rivista fluttuante sul Web ad una “forma” definita e chiusa, quella vera e propria di una rivista cartacea: con l’architettura delle sue pagine da costruire, la disposizione di articoli e foto e grafiche e illustrazioni, una struttura editoriale completa e complessa che affrontavamo per la prima volta e da soli. Il risultato fu una somma di belle intuizioni, piccoli errori, entusiasmo febbrile, lavoro durissimo. Siamo stati un po’ ingenui o forse troppo entusiasti nel pensare che fosse facile il passaggio dal digitale alla carta, ma speriamo che ce lo perdonerete. C’è voluto qualche mese in più, per la precisione 24, per riuscire nell’intento. Insieme a un numero inedito di Lollove Mag, abbiamo deciso di stampare anche questo per una questione di coerenza e di memoria, per non dimenticare ciò che siamo stati e per tenere traccia di un percorso caratterizzato, anche, da un primo tassello imperfetto. Questo numero lo abbiamo lasciato uguale ad allora: aveva proprio senso così.